Il mondo del Prosecco è da sempre un mondo molto complesso e variopinto, con molti vigneti con un’agricoltura davvero complessa, spesso difficile da praticare perché su colline, che disegnano paesaggi mozzafiato, o su campi molto vicini al mare.
Un nome unico e molto grande che porta con sé molte polemiche a causa della poca distinzione che molte volte parte proprio dagli addetti ai lavori.
Il Prosecco, proprio perché celebre, è un vino che è importante conoscere e apprezzare per ciò che è, anche in base alle persone che ci sono dietro; e anche in questo campo spesso ci sono differenze molto sostanziali e importanti che in pochi conoscono.
Il 1972 segna l’inizio della storia imprenditoriale di Graziano Merotto che ha da subito dimostrato una particolare propensione verso il mondo degli spumanti, facendo sacrifici e sperimentazioni alla ricerca di un livello di perfezione che fosse distinguibile e che lasciasse il segno. In questo modo il proprietario dell’azienda Merotto ha conquistato un mercato molto vasto e in cui è difficile entrare. Ha iniziato 50 anni fa, nel prossimo anno ricorrerà il suo anniversario, e partendo dal basso è riuscito a farsi un nome nel grande mondo dei vini Prosecco.
Dopo 50 anni, conosce ogni metro della sua terra, sapendo esattamente quale terreno darà una o un’altra caratteristica, o quali terreni non daranno mai un Prosecco Superiore.
Vanno assaggiati, i suoi vini, senza preconcetti, senz'altro accorgimento che lasciare che ne descriva la provenienza delle uve, una loro determinata peculiarità.
La sua azienda ha un catalogo molto vasto, non è difficile sorprendersi davanti la gamma espressiva che varia in modo molto importante tra le varie bottiglie.
Tra le tante etichette consigliamo Brut Integral con un residuo zuccherino ai minimi termini o un extra dry di molto equilibrato come il Castè oppure anche del molto elegante Cartizze.
Il Prosecco DOC è uno dei vini più rappresentativi dell'Italia grazie al suo profumo floreale e fruttato, al sapore fresco, leggero e brioso che lo rendono il simbolo del bere semplice e raffinato. Le uve utilizzate per la produzione del Prosecco DOC sono principalmente Glera, una varietà che ha radici fin dall'età dei romani nel nord-est dell'Italia.
La Glera è un tipo di uva bianca che produce grappoli di colore paglierino, e i suoi rami hanno una tonalità nocciola scura. Esistono tre tipi di Prosecco DOC, ognuno con un perlage diverso ma con la stessa origine. La tipologia più nota e diffusa è il Prosecco DOC Spumante, che ha un perlage fine e persistente.
In base al contenuto zuccherino, può essere:
Il colore del Prosecco DOC è giallo paglierino, più o meno intenso, e presenta una spuma persistente. Il profumo è fine e caratteristico, tipico delle uve di provenienza, mentre il titolo alcolometrico è del 11% vol.
Il sapore può variare da brut a demi-sec, ma resta sempre fresco e caratteristico, con un'acidità totale minima di 5,0 g/l e un estratto non riduttore minimo di 14,0 g/l.
In sintesi, il Prosecco DOC è un vino di alta qualità, dalle caratteristiche uniche, che rappresenta l'inconfondibile stile di vita Made in Italy e che è diventato un simbolo di eccellenza enologica nel mondo.
Il Prosecco DOC coltivato e vinificato nell'area collinare ristretta ai 15 comuni confinanti con Conegliano e Valdobbiadene ha ottenuto nel 2009 il prestigioso riconoscimento della DOCG, una certificazione che attesta la qualità e l'autenticità del vino attraverso severi controlli su ogni fase della produzione.
Le viti vengono coltivate ad altitudini comprese tra i 50 e i 500 metri sul livello del mare, solo sul versante dei colli più esposti al sole, conferendo al Prosecco una personalità unica. La disciplinare della DOCG prevede che tutti i vini riportino sull'etichetta il nome della denominazione "Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG".
La produzione di questo pregiato vino è soggetta a rigide regole: la zona di produzione è limitata ai 15 comuni collinari tra Conegliano e Valdobbiadene, la percentuale di uve del vitigno Glera deve essere elevata, circa l'85%, e in minima parte, il 15%, possono essere utilizzate altre uve come il Verdiso, Bianchetta, Perera, Glera Lunga. La produzione non può superare i 135 quintali per ettaro e il vitigno "Rive" può essere utilizzato solo per la produzione di spumanti.
L'area di produzione del Cartizze è delimitata all'interno di quella del Prosecco DOCG, nel comune di Valdobbiadene, nelle frazioni di Saccol, Santo Stefano e San Pietro di Barbozza. Il territorio del Cartizze si distingue per quattro caratteristiche fondamentali: la terra, l'esposizione, il clima e la tutela della zona.
La terra morenica, composta da arenarie e argille, garantisce un drenaggio veloce delle piogge e una riserva d'acqua costante per le piante. L'esposizione della zona collinare, interamente a sud, garantisce una corretta maturazione dell'uva e il colore unico del vino. Il clima temperato, presente solo in questa zona, grazie alle colline che la proteggono dalle correnti fredde provenienti dai monti e scendono verso la pianura.
La zona del Cartizze si estende per poco più di 100 ettari selezionati in base alle caratteristiche del microclima e del territorio, che ne garantiscono l'unicità del prodotto. La produzione di questo vino pregiato è soggetta a rigide regole, e solo i vini prodotti all'interno di questa zona limitata possono essere etichettati come Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore di Cartizze DOCG.
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