Sergio Manetti e Montevertine

il Chianti dei colli fiorentini

Sul finire degli anni 60 il vino pregiato toscano era solo il Brunello di Montalcino. La sua immagine era indefessa, e nei consumatori era ben radicata l'idea che fosse il solo vino toscano per cui fosse giusto spendere qualcosa in più. La toscana enologica degli anni 60 era una toscana molto differente da quella di oggi (2020). 
Non che i vini toscani fossero cattivi, anzi... erano molto buoni. Il problema era tutto nella qualità percepita dei consumatori, dove il fiaschetto di chianti, avvolto dai vimini intrecciati, era l'icona del vino economico, da pasto. Il Chianti ed il Chianti Classico erano solo vini "da tutti i giorni". Negli anni 60 il Chianti era un vino popolare, da pasto, senza nessuna velleità di competizione con i grandi vini. Le cantine non avevano nessuno stimolo nell'investire in qualità, poichè le persone vedevano comunque il vino Chianti come un vino economico, per cui spendere poco.

In Toscana, il finire degli anni 60 fu un epoca di quelle memorabili. All'epoca videro la luce le più grosse pietre miliari del panorama enologico toscano, quelle che oggi fanno girare la testa. Il 1968 infatti, vedeva la luce del primo Supertuscan, così definito perchè fuori da ogni disciplinare ma con una marcia il più.  Nel 1968, nacquero i due gemelli più citati Supertuscan, il Vigorello nella zona del Chianti ed il Sassicaia a Bolgheri. Tra i Supertuscan della zona del Chianti vanno menzionati il Tignanello oltre ad un Sangiovese in purezza che spacca i sensi al primo assaggio e manda in frantumi l'anima al secondo assaggio, eh sì, stiamo parlando di Montevertine Pergole Torte.

Montevertine: le origini

Fu Sergio Manetti, industriale siderurgico, grande personaggio tra i più importanti e significativi del rinnovamento della viticoltura chiantigiana e toscana, ad acquistare la proprietà Montevertine, in Radda, nel 1967, per farne la propria casa di campagna. All'epoca gestita a mezzadria, aveva al suo interno una vigna a pergola molto vecchia con viti irregolari e visibilmente storte. Nel 1971 viene prodotta la prima annata di Chianti Classico Montevertine che decide di inviare al Vinitaly dove raccoglie un grande successo. Da quell’anno Manetti decide di dedicarsi completamente a Montevertine, vendendo l’acciaieria di famiglia per finanziare la crescita della cantina Montevertine. Le vigne, patrimonio inimitabile di Montevertine, hanno età variabili dagli oltre 50 anni ai 15 delle più giovani, impiantate su terreni tipici di questa parte del Chianti, ricchi di minerali e rocce calcaree.
Dal 2009 la coltivazione delle vigne di Montevertine è interamente biologica.

 

logo Montevertine

Le Pergole Torte


Le Pergole Torte, nato nel 1977, è uno dei primi sangiovese in purezza della zona del Chianti. Il mosto è lasciato a fermentare per quasi un mese nelle tradizionali grandi vasche di cemento e vetro per poi maturare per 18 mesi in botti di rovere di slavonia e 6 mesi in barrique. Le Pergole Torte è un vino di caratura elevata, grazie ad una longevità immensa, capace di farlo apprezzare anche a distanza di molti anni dalla vendemmia. Un vino complesso e sfaccettato, con note ferrose e agrumate. Al sorso sviluppa grande dinamicità e sottile freschezza con grande persistenza.

Chi è l’autore delle etichette di Le Pergole Torte?


Le etichette delle diverse annate dal 1982 sono state disegnate da Alberto Manfredi, un artista reggiano amico di Manetti.
Tenuta San Guido: Sassicaia 2018
RP 97 JS 97 WS 96 AG 97 LM 96 tre bicchieri
Marchesi Antinori Tenuta Tignanello: Solaia 2017
RP 95 JS 97 WS 95 AG 95 tre bicchieri
Marchesi Antinori Tenuta Tignanello: Tignanello 2018
RP 98 JS 96 WS 96 AG 97
Le Macchiole: Messorio 2017
JS 97 WS 94 tre bicchieri
Marchesi Antinori Tenuta Guado Al Tasso: Guado al Tasso 2018
RP 96 JS 96 WS 93
Masseto: 2017
RP 97 JS 98 WS 95 AG 97 due bicchieri
Montevertine: Le Pergole Torte 2017
RP 96 AG 98 tre bicchieri
Tenuta Di Biserno: Lodovico 2017
Le Macchiole: Paleo Rosso 2017
RP 97 JS 95 WS 92
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