Sul finire degli anni 60 il vino pregiato toscano era solo il Brunello di Montalcino. La sua immagine era indefessa, e nei consumatori era ben radicata l'idea che fosse il solo vino toscano per cui fosse giusto spendere qualcosa in più. La toscana enologica degli anni 60 era una toscana molto differente da quella di oggi (2020).
Non che i vini toscani fossero cattivi, anzi... erano molto buoni. Il problema era tutto nella qualità percepita dei consumatori, dove il fiaschetto di chianti, avvolto dai vimini intrecciati, era l'icona del vino economico, da pasto. Il Chianti ed il Chianti Classico erano solo vini "da tutti i giorni". Negli anni 60 il Chianti era un vino popolare, da pasto, senza nessuna velleità di competizione con i grandi vini. Le cantine non avevano nessuno stimolo nell'investire in qualità, poichè le persone vedevano comunque il vino Chianti come un vino economico, per cui spendere poco.
In Toscana, il finire degli anni 60 fu un epoca di quelle memorabili. All'epoca videro la luce le più grosse pietre miliari del panorama enologico toscano, quelle che oggi fanno girare la testa. Il 1968 infatti, vedeva la luce del primo Supertuscan, così definito perchè fuori da ogni disciplinare ma con una marcia il più. Nel 1968, nacquero i due gemelli più citati Supertuscan, il Vigorello nella zona del Chianti ed il Sassicaia a Bolgheri. Tra i Supertuscan della zona del Chianti vanno menzionati il Tignanello oltre ad un Sangiovese in purezza che spacca i sensi al primo assaggio e manda in frantumi l'anima al secondo assaggio, eh sì, stiamo parlando di Montevertine Pergole Torte.
Fu Sergio Manetti, industriale siderurgico, grande personaggio tra i più importanti e significativi del rinnovamento della viticoltura chiantigiana e toscana, ad acquistare la proprietà Montevertine, in Radda, nel 1967, per farne la propria casa di campagna. All'epoca gestita a mezzadria, aveva al suo interno una vigna a pergola molto vecchia con viti irregolari e visibilmente storte. Nel 1971 viene prodotta la prima annata di Chianti Classico Montevertine che decide di inviare al Vinitaly dove raccoglie un grande successo. Da quell’anno Manetti decide di dedicarsi completamente a Montevertine, vendendo l’acciaieria di famiglia per finanziare la crescita della cantina Montevertine. Le vigne, patrimonio inimitabile di Montevertine, hanno età variabili dagli oltre 50 anni ai 15 delle più giovani, impiantate su terreni tipici di questa parte del Chianti, ricchi di minerali e rocce calcaree.
Dal 2009 la coltivazione delle vigne di Montevertine è interamente biologica.
La storia dei Supertuscan, i famosi vini toscani con vitigni internazionali tra i più pregiati e costosti al mondo, come Masseto, Sassicaia e Tignanello.
Galleria fotografica di Guado al Tasso, colline, vigneti e vini nel cuore di Bolgheri
Galleria fotografica di Tenuta Tignanello, colline, vigneti e vini nel cuore del Chianti Classico
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