Una delle regioni italiane più iconiche è sicuramente la Liguria, regione sottile e a forma di mezzaluna, prevalentemente costiera che si estende per 250km lungo il Mar Mediterraneo, partendo dal sud della Francia fino ad arrivare alla città di La Spezia. Genova, il capoluogo della regione, è situata a circa 70 km da Asti e Barolo, luoghi iconici del Piemonte.
Conosciuta internazionalmente con il nome di Riviera Italiana questa regione costiera è caratterizzata da un clima mediterraneo e da suoli aspri e terrosi, ampiamente dominata da colline con strapiombi che cadono direttamente nel mare. La coltivazione della vite, per via di questo arduo territorio, è molto sfidante e conduce a una situazione di vigneti sparsi su tutta la regione e a produzioni annuali di vino limitate.
Quando i pendii collinari sono troppo ripidi si deve addirittura ricorrere alla coltivazione manuale.
In Liguria la vite fu introdotta da Greci ed Etruschi oltre 25 secoli fa, tutt’oggi è coltivata anche all’interno della regione, sicuramente meno ripida, anche se le difficoltà sussistono in quanto il suolo rimane comunque molto frastagliato.
L’evoluzione della vite si vide in epoca romana, quando la zona delle Cinque Terre riuscì ad affermarsi nella produzione di vino, tanto che oggi le è stata dedicata una denominazione DOC specifica.
L’area regionale per la coltivazione supporta solo 6000 ettari di vigneti al momento, e solo 500 di questi sono classificati come denominazioni DOC. Condizione comunque che permette di produrre fino a 7 milioni e mezzo di litri di vino ogni anno, di cui in prevalenza bianco (mentre solo una minima parte è classificato come DOC).
Nonostante questa premessa la Liguria rimane la regione con la seconda produzione di vino più bassa d'Italia.
In larga parte il vino prodotto in Liguria è opera di piccoli viticoltori che devono coltivare i loro appezzamenti di terra ai limiti dei pendii rocciosi. I rilievi sono essenziali in quanto proteggono l’uva situata vicini alle coste dai venti freddi dell’inverno che provengono dalle Alpi.
I vini bianchi giovano delle condizioni del terreno, ricchissimo di calcare, che conferisce loro una grande mineralità. I vini bianchi Liguri sono però rari all’estero in quanto poco valorizzati, la situazione sta migliorando negli ultimi anni grazie a consorzi/associazioni, ma la strada è ancora in salita.
Nonostante siano moltissime le varietà di uva coltivate in questa regione, la vite caratteristica della Liguria è sicuramente il suo Vermentino, che caratterizza molti vini bianchi qui prodotti e che viene chiamata localmente Pigato per vie delle sue macchie (le pighe) che compaiono una volta che i grappoli giungono a maturazione. I vini realizzati usando il Vermentino hanno un profumo intenso che ricorda gli aromi della pineta e della salsedine tipici del paesaggio ligure, oltre a essere caratterizzati da alta mineralità.
I vini rossi più famosi della regione sono invece il Rossese e l’Ormeasco. Il primo riesce a dar vita a una varietà di vini fruttati, sottili e speziati, il secondo è una varietà simile al Dolcetto Piemontese.
Anni fa l’unica denominazione DOC della Liguria era il Rossese di Dolceacqua DOC, oggi però il numero di denominazioni DOC è arrivato a ben otto membri.
Una tra le più famose è Colline di Levanto DOC, che genera vini simili a quelli della denominazione Cinque Terre DOC. Altra DOC rinomata è Golfo del Tigullio DOC, che si trova tra Genova e La Spezia ed ha ottenuto la sua denominazione nel 1997. Qui viene realizzato un passito veramente apprezzato dai consumatori, oltre ad altri vini bianchi liguri che utilizzano varietà locali quali la Bianchetta Genovese.
La Liguria ospita infine anche quattro denominazioni IGT che da ovest a est sono le seguenti:
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