Mulini di Segalari con Emanuele Muzzo

Sommelier Emanuele Muzzo

Emanuele Muzzo


Personal sommelier e wine advisor

Mulini di Segalari

Il periodo di lockdown è stato per me un periodo di ricerche di prodotti, produttori e cantine. Fortunatamente le enoteche online sono la soluzione per comprare i prodotti, averli velocemente a casa e assaggiarli con altrettanta velocità.

Cercando qualcosa di nuovo in Toscana, mi imbatto in varie e nuove realtà sulla costa.

Siamo a Bolgheri e l'azienda della quale parlerò sarà Mulini di Segalari.

La zona di Bolgheri è recente ed è cresciuta esponenzialmente a partire dagli anni '80. Spesso le aziende sono di proprietà di investitori o di grossi gruppi, Mulini di Segalari invece è una delle cantine più piccole della zona ed è stata la prima ad ottenere la certificazione biologica nel 2012 e Biodinamica con demeter nel 2017.

L'azienda nasce nel 2002 in un posto dove prima c'erano ruderi diroccati, terreni abbandonati e un piccolo torrente, la Fossa di Bolgheri, (che ora confina con i vigneti aziendali).
Il nome dell'azienda deriva dal mulino che era presente nella zona per macinare i cereali, nella fattispecie la segale. ‍?‍
Sono i due coniugi, Marina Tinacci Mannelli, architetto, e Emilio Monechi, agronomo ed enologo che hanno dato inizio al recupero dei mulini del '700, piantato i vigneti e fondato, appunto, l'azienda. L'azienda è stata creata a partire dal recupero dei campi non più coltivati da tempo.
Nella tenuta di 4 ettari circa (ottenuta accorpando più poderi) si trovano 3 mulini.
Uno di questi è destinato a cantina, un altro ad abitazione. Esiste ancora il rudere del terzo mulino che probabilmente verrà recuperato in futuro. Da questo recupero effettuato con competenza, amore e cura e dal successivo impianto dei vigneti (2,7 ettari di Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah, Petit Verdot e Viognier, ma anche Sangiovese, Ciliegiolo, Pugnitello, Vermentino e Manzoni Bianco), nascono varie etichette che esprimono e valorizzano il territorio e clima bolgherese. I sistemi di allevamento sono misti. Troviamo guyot, alberello e cordone speronato. La coltivazione è naturale.
La vendemmia, rigorosamente manuale, avviene tra settembre e ottobre e separatamente per ogni tipologia di vitigno in funzione della perfetta maturazione delle uve e selezionando esclusivamente i grappoli migliori. In cantina si utilizzano esclusivamente i lieviti indigeni presenti sulla buccia dell’acino, durante la fermentazione.
Il vino matura in contenitori inox, terracotta ed in botti di rovere. Ogni annata è unica nel suo genere, per questo motivo anche le etichette sono diverse ogni anno.

  • Bolgheri vermentino “Un po’ più in su del mare 2019”.
    Da uve Vermentino 85%, Incrocio Manzoni Bianco 12%, Viognier 3%. Incrocio Manzoni e Viognier macerano 5 giorni, il Vermentino viene vendemmiato in due passaggi e fermentato separatamente.
    Un volta assemblato, affina in giare di terracotta di 5hl per 6 mesi. 1400 bottiglie prodotte. All'olfatto erbe aromatiche, sentori di macchia mediterranea, fiori gialli, agrumi. Al palato è sapido, croccante, leggermente aromatico, fine, elegante, buona freschezza e persistenza. Vino da aperitivo o da abbinare con finger food delicati.
     
  • Costa Toscana “SoloTerra 2017”.
    Da uve Sangiovese 100%. Macerato 15 giorni con circa 1/3 di acini interi. Affinamento di otto mesi in anfore di terracotta grezza di Impruneta da 5 ettolitri. 700 bottiglie prodotte.
    Al naso sentori di frutti di bosco predominanti, ribes, fragoline, poi escono violetta, sottobosco, pepe, nota vanigliata finale. Al palato una bella acidità, tannino presente e non invadente. Vino piacevole giocato molto sul frutto, espressivo del sangiovese del territorio.
     
  • Bolgheri “Ai confini del bosco 2018”.
    Cabernet Sauvignon e Franc 44%, Merlot 34%, Petit Verdot 14% e Syrah 8%. Affinamento in botti di rovere per 23 mesi. 5000 bottiglie prodotte. È il Bolgheri di ingresso. Naso di fiori, ciliegie, liquirizia, agrumi, pepe, sentori minerali. Al palato è concentrato, intenso, corposo, buona freschezza, tannino presente, buona persistenza. Non male per un vino d'ingresso. Da abbinare con pappardelle al cinghiale.
     
  • Bolgheri Superiore “Mulini di Segalari 2016”.
    80% Cabernet Sauvignon, 10% Merlot e 10% Petit Verdot. Uve raccolte in due volte e vinificate separatamente, 1/3 non diraspate. Affina in botti di rovere da 10 hl per 18 mesi. 2700 bottiglie prodotte. Naso mediterraneo, frutta matura, alghe e fiori, poi sentori balsamici e pepe.
    Al palato è concentrato, anche se non pesante, di corpo, intenso, morbido, tannino morbido con comunque una bella freschezza e grande persistenza nel frutto finale.
    Un Bolgheri diverso dai soliti, che mi ha sorpreso nonostante sia prodotto con uve francesi. Da provare con carni rosse in umido o con la selvaggina.

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