Personal sommelier e wine advisor
Il periodo di lockdown è stato per me un periodo di ricerche di prodotti, produttori e cantine. Fortunatamente le enoteche online sono la soluzione per comprare i prodotti, averli velocemente a casa e assaggiarli con altrettanta velocità.
Cercando qualcosa di nuovo in Toscana, mi imbatto in varie e nuove realtà sulla costa.
Siamo a Bolgheri e l'azienda della quale parlerò sarà Mulini di Segalari.
La zona di Bolgheri è recente ed è cresciuta esponenzialmente a partire dagli anni '80. Spesso le aziende sono di proprietà di investitori o di grossi gruppi, Mulini di Segalari invece è una delle cantine più piccole della zona ed è stata la prima ad ottenere la certificazione biologica nel 2012 e Biodinamica con demeter nel 2017.
L'azienda nasce nel 2002 in un posto dove prima c'erano ruderi diroccati, terreni abbandonati e un piccolo torrente, la Fossa di Bolgheri, (che ora confina con i vigneti aziendali).
Il nome dell'azienda deriva dal mulino che era presente nella zona per macinare i cereali, nella fattispecie la segale. ?
Sono i due coniugi, Marina Tinacci Mannelli, architetto, e Emilio Monechi, agronomo ed enologo che hanno dato inizio al recupero dei mulini del '700, piantato i vigneti e fondato, appunto, l'azienda. L'azienda è stata creata a partire dal recupero dei campi non più coltivati da tempo.
Nella tenuta di 4 ettari circa (ottenuta accorpando più poderi) si trovano 3 mulini.
Uno di questi è destinato a cantina, un altro ad abitazione. Esiste ancora il rudere del terzo mulino che probabilmente verrà recuperato in futuro. Da questo recupero effettuato con competenza, amore e cura e dal successivo impianto dei vigneti (2,7 ettari di Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah, Petit Verdot e Viognier, ma anche Sangiovese, Ciliegiolo, Pugnitello, Vermentino e Manzoni Bianco), nascono varie etichette che esprimono e valorizzano il territorio e clima bolgherese. I sistemi di allevamento sono misti. Troviamo guyot, alberello e cordone speronato. La coltivazione è naturale.
La vendemmia, rigorosamente manuale, avviene tra settembre e ottobre e separatamente per ogni tipologia di vitigno in funzione della perfetta maturazione delle uve e selezionando esclusivamente i grappoli migliori. In cantina si utilizzano esclusivamente i lieviti indigeni presenti sulla buccia dell’acino, durante la fermentazione.
Il vino matura in contenitori inox, terracotta ed in botti di rovere. Ogni annata è unica nel suo genere, per questo motivo anche le etichette sono diverse ogni anno.
Avete mai provato i vini di questa cantina?
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