Personal sommelier e wine advisor
Ci troviamo appena a Sud del paese di Montalcino e qui ha sede una piccola azienda famigliare, l'azienda Pietroso.
Arriviamo in azienda e ci accoglie Cecilia moglie del titolare Gianni Pignattai. Ci racconta la storia dell'azienda, ci spiega dove sono ubicati i loro 5,5 ettari di vigneti, che sono sparsi in quattro zone differenti, tra cui un nuovo vigneto a Montosoli (poi hanno vigne vicino alla cantina, a Colombaiolo nella zona di Sant'Antimo quindi a sud, e Fornello nella zona dei Canalicchi, quindi ancora a Nord).
La cantina di affinamento si trova al piano superiore e poi scendiamo nell'area di vinificazione dove ci fermiamo a fare quattro chiacchere con Gianni, impegnato nei travasi del periodo, e poi andiamo verso la splendida sala degustazioni, tutta vetrata che si affaccia sulla vallata.
Ma ritorniamo un attiamo alla storia. La cantina nasce nel 1970 per volontà del viticoltore Domenico Berni, che ha impostato l'azienda sempre verso la qualità. Oggi è appunto il nipote Gianni a gestire l'azienda con la sua famiglia, infatti oltre alla moglie Cecilia in azienda ci sono il figlio Andrea, che segue le orme del padre in vigna e cantina, e la figlia Gloria.
In questa zona la vite si coltivava da moltissimo e il nome Pietroso deriva dal fatto che il luogo è ricco di pietra nella fattispecie scheletro.
Gli ettari vitati sono tutti coltivati a Sangiovese con altitudini tra i 350 e 500 metri, con una perfetta esposizione alla luce del sole, cosa che, viste anche le zone diverse permette di produrre sempre vini con un buon equilibro e ottenere buoni prodotti anche in annate “minori” (anche se di minore qua in zona ormai c’è ben poco).
4 ettari sono iscritti a Brunello il resto a Rosso. Nel vigneto di Montosoli proprio sulla cima della collina negli anni scorsi è stato prodotto un IGT in quanto il vigneto non era solo a Sangiovese, ma si trovavano anche Colorino, Ciliegiolo e Cannaiolo. Ora il vigneto è stato reimpiantato e non vediamo l'ora che esca il Brunello da questa collina probabilmente baciata dalla fortuna più delle altre.
Le lavorazioni sono tutte manuali, gli interventi ridotti al minimo, le rese sono ridotte al minimo. Stessa filosofia in cantina dove gli affinamenti e vinificazione sono tradizionali, infatti troviamo tini in legno per la vinificazione e botti di Rovere di slavonia da 30 hl per l'affinamento. Gli affinamenti in botte sono particolarmente lunghi infatti si arriva a 36 mesi (ne basterebbero 24 per il disciplinare).
Poche le bottiglie prodotte, 30.000 circa divise in tre etichette, un Rosso di Montalcino, un Brunello di Montalcino e un Brunello Riserva.
Prodotti complessi ed eleganti, con una buona struttura e tannicità, prodotti sicuramente da riporre in cantina qualche anno.
Arriviamo ai vini, che degustiamo nella splendida sala vetrata. Cecilia ha scelto i calici Arke perché il loro vino si esprima al meglio.
Grande bella realtà a Montalcino!
12 mesi in botti di rovere, al naso marasca e ciliegia poi spezie e sentori di pepe. Al palato sembra un brunello, corposo, intenso ampio, persistente e asciutto nel finale. Uno dei migliori rossi dell'areale di Montalcino
Note di sottobosco al naso, ribes, lamponi, balsamico poi al palato è pieno, robusto, con il tannino che in prospettiva porterà ad un lungo invecchiamento con il frutto che ritorna nel lungo finale. Nonostante ciò ha già una gran bella beva.
Qua il livello sale ancora! Fiori rossi, poi arancia, la scorza, ancora frutti, ciliegie, poi sentori di spezie e frutta disidratata nel finale. Vino complesso al palato, pieno, ampio, intenso corposo, teso, fresco, una bella progressione al palato che termina in un lungo finale tra ciliegie e fiori. Da mettere in cantina.
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