I vini Ronco del Gnemiz degustati da Enobucolico

Sommelier Enobucolico

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Ronco del Gnemiz

Ronco del Gnemiz è indiscutibilmente una delle cantine più interessanti in Friuli, una realtà di nicchia, molto apprezzata da addetti al settore e grandi appassionati. Ho conosciuto la cantina grazie ad una loro etichetta che tenevo in lista alcuni anni fa, Chardonnay Sol, e mi sono recato in visita per conoscere di persona Serena.

Ci troviamo a San Giovanni al Natisone, Colli Orientali del Friuli, nei pressi della collina di Rosazzo, una microzona da cui nascono suppostamente vini di qualità superiore. Siamo ad altitudini moderate, intorno ai 100 metri di altitudine, ed il clima è intransigente, potremmo dire un po’ scorbutico: inverni rigide, estati calde, con frequenti pioggie e venti da Est. L’azienda gestisce una decina di ettari (di cui 6 vitati) in regime biologico già da alcuni anni, con grande rispetto per il territorio. Le rese sono mantenute molto basse grazie anche alla presenza di viti molto vecchie, come dimostrano le appena 15.000-18.000 bottiglie prodotte, e la tipica concentrazione dei loro vini. In tempi recenti, Ronco del Gnemiz ha inoltre potuto lavorare e acquisire le uve di prestigiosi vigneti nelle zone immediatamente limitrofi di Manzano e Buttrio, anch’esse piuttosto rinomate sia per i rossi che per i bianchi.

Le vinificazioni sono molto classiche, con passaggi in barrique di primo, secondo e terzo utilizzo.

Sono i vini bianchi a dominare la produzione e ad ottenere il maggior credito, da uve Chardonnay, Sauvignon e Friulano. La filosofia si ispira ai bianchi di Borgogna: vinificazioni da vigneto singolo, fermentazione ed affinamento in barrique, malolattica nel caso dello Chardonnay. Il risultato parla di vini di grande personalità, vini territoriali, a volte austeri, strutturati, grazie anche all’acidità sempre molto soddisfacente che permette di sostenere un bouquet importante. Il profilo aromatico si imposta sempre su un equilibrio tra frutta matura, concentrata, note minerali e cenni affumicati e speziati della barrique. Vini sicuramente molto imponenti, che si collocano in una fascia alta, a competere con i grandi bianchi d’Italia e di Francia.

I rossi non sono da meno, sebbene siano in inferiorità numerica rispetto ai bianchi. L’approccio in questo caso è più bordolese, ovviamente partendo dalle uve impiegate, Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc, tra cui anche qui vi sono alcune vigne molto vecchie. Anche nei rossi troviamo la stessa ricerca di equilibrio tra freschezza e maturità, con intensità elevata, fattori che portano poi ad un potenziale d’invecchiamento considerevole, e li fa rientrare tra i migliori rossi della regione. Dal 2018 la cantina ha ampliato la gamma grazie all’introduzione di un Merlot ed un Friulano dalla prestigiosa vigna Buri.

Ovviamente quando parliamo dei vini Ronco del Gnemiz dobbiamo tracciare un confine netto con la maggioranza dei vini prodotti nella regione, per varie ragioni. Il loro scopo è di confrontarsi con i grandi vini d’Oltralpe, e con un pubblico internazionale. Un,ampia fetta della produzione, non a caso, viene venduta fuori dai confini nazionali. Questa ricerca della concentrazione è il leitmotiv che discosta i vini del Gnemiz dallo stereotipo friulano, storicamente legata ad un’dea di freschezza ed aromaticità. Questo approccio ci costringe a dover “aspettare” questi vini, per permettere al tempo di amalgamare la loro ricchezza ed unire tutti i punti che compongono il dipinto, dallo stile a metà tra il Neoclassico ed il tardo Barocco.

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