Monteraponi: degustando nel cuore del Chianti con Emanuele Muzzo

Sommelier Emanuele Muzzo

Sommelier Emanuele Muzzo


Personal sommelier e wine advisor

Monteraponi: il terroir in primis

Siamo a Sud-ovest dell'abitato di Radda in Chianti. È qui che troviamo Monteraponi, azienda di proprietà della famiglia Braganti dal 1974. 

Siamo proprio in località Monteraponi una collina di circa 200 ettari dove sorge un antico borgo medievale. 

Siamo a circa 480 metri di quota, dove si trova il borgo, costituito da tre torri, e la zona è come un grande anfiteatro dove sulla prossimità della collina a 650 metri si trova il vigneto del Baron'Ugo. 

 

Alessandra, moglie di Michele, ci accoglie e ci racconta della storia del borgo e della filosofia produttiva del marito. 

Il Borgo, del X secolo, apparteneva al Governatore della Toscana Baron'Ugo e adesso è sede della cantina, e di una serie di appartamenti che solitamente vengono affittati come agriturismo (anche se quest’anno purtroppo non aprirà). 

 

Il luogo è bellissimo e magico, ed è stato ristrutturato nel 1998 e la cantina è stata creata in vari locali preesistenti del Borgo (questo ha permesso di avere temperatura e umidità costanti, visto lo spessore dei muri di pietra).  

 

La tecnologia in cantina è minima. Prima le uve venivano vendute, ma dal 2003 Michele ha iniziato a produrre i suoi vini. Michele ha da subito le idee chiare, visto il territorio vocato e la sua grande passione per la Borgogna abbraccia da subito i vitigni autoctoni del Chianti in un periodo nel quale imperversano Cabernet Sauvignon e Merlot. E mentre in cantina imperversa la Barrique lui pensa e ristruttura le botti in cemento per la vinificazione (ne costruirà poi di altre anche). Michele è un vero Vigneron, con un’idea precisa sul terroir. 

 

Nei 12 ettari di vigneto (ai quali si aggiungono 8 di ulivi) solo 4 sono le varietà utilizzate ovvero Trebbiano Toscano, Sangiovese, Colorino (per dare colore al Chianti) e Canaiolo (per mitigare il tannino). Il resto della proprietà sono boschi centenari di querce e castagni che isolano e proteggono l'azienda. 

 

L'esposizione dei vigneti è sud-est, le lavorazioni sono la maggior parte manuali come la vendemmia ad esempio. Le vigne sono coltivate in regime biologico. Le rese sono attorno ai 40 quintali, gli acini accuratamente selezionati, la diraspatrice arriva dalla Borgogna ha la particolarità di fare in modo che prima di passare alla pressatura si arrivi con le bucce intatte così da preservare al meglio gli aromi di un’uva delicata come il Sangiovese. 

 

In cantina come detto viene usato il cemento, al quale si sono aggiunte ultimamente due botti ellittiche (uovo) dove vengono vinificati Campitello e Baron'Ugo. Questa forma permette di intervenire il meno possibile, in quanto le uve circolano naturalmente. L'idea di Michele infatti è di intervenire il meno possibile, quindi fermentazioni spontanee, niente chiarifiche e travasi e niente controllo della temperatura. Macerazioni lunghe, anche quaranta giorni. Qui il vino svolge anche la malolattica e poi viene trasferito in un locale adiacente per il riposo e l’affinamento. 

 

L'affinamento avviene poi in grandi botti ovali di rovere provenienti dall'Austria e dalla Borgogna, in quanto la tessitura del rovere molto fitta permette una lenta maturazione del Sangiovese. Prima dell'imbottigliamento, il vino passa nuovamente in cemento per ulteriore illimpidimento. L'uso di solforosa poi è molto basso. 

 

Finita la visita andiamo a degustare i fantastici vini. Si tratta di vini tradizionali e territoriali, con una grande personalità ed eleganza, che si posizionano sicuramente tra i migliori della propria denominazione, Chianti Classico, ma anche tra i migliori della regione. Questa denominazione è ricca di vini eccellenti, che hanno rivoluzionato il concetto del Chianti, puntando sulla valorizzazione dell'autoctono e della tradizione.
Infatti, si può dire che abbiano abbracciato il concetto di terroir, proprio come viene inteso in Borgogna.

Monteraponi vini degustati



Monteraponi Chianti Classico 2019
90% Sangiovese, 5% Canaiolo e 5% Colorino. 

16 mesi di botte grande. Naso floreale e fruttato, sentori di macchia mediterranea, lampone, tabacco. Al palato il tannino è fitto, vino bilanciato tra freschezza e sapidità, finale lungo e persistente. 

Da abbinare a pici al ragù di chianina.

 



Monteraponi Chianti Classico Riserva “Il Campitello” 2018
stesso assemblaggio del Chianti.

26 mesi di botte grande. Frutta rossa, spezie, erbe aromatiche, tabacco. Al palato è pieno, potente, fresco, il tannino elegantissimo con un finale lungo e sapido. Chianti tipico di Radda. Da abbinare ad un capriolo in salmì, con polenta, provare per credere. 

 



Monteraponi Baron'Ugo 2016 Toscana IGT
90% Sangiovese, 7% Canaiolo, 3% Colorino.  

36 mesi di botte grande. Vino che dovrebbe essere Gran Selezione, ma bocciato dalla Commissione, Michele in polemica lo colloca da quel momento fuori dalla denominazione. Che vino ragazzi, superlativo. Ciliegia, ribes, lamponi, tutto il sottobosco che pian piano si apre al naso, poi spezie dolci, tabacco al palato si apre con una grande freschezza e tannino raffinato, vino pieno, avvolgente, ampio, profondo, equilibrato e di grande persistenza. Uno dei Sangiovese più eleganti e fini. Un grande vino che merita un cibo adeguato che non lo sovrasti. Mettetelo in cantina.



Prima di chiudere mi collego un attimo all'idea di Michele sul Baron'Ugo. 

È normale questa situazione? È normale che questo vino, cosi come i vini di Montevertine che sono tra i migliori Chianti siano fuori dalla denominazione? 

Lo so è una polemica, ma rifletteteci e ditemi cosa ne pensate.

Per quanto riguarda Rosato e Trebbiano, ne parlerò prossimamente. Stanno in cantina a riposare. 

Un grazie ad Alessandra per l'ospitalità e la visita e un grazie a Michele per tenere vivo il Chianti puntando tutto sulla tradizione.

Monteraponi galleria fotografica

Monteraponi entrata
Monteraponi cartello
Monteraponi azienda agricola
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