Sommelier
Nel Comune di Serralunga d’Alba si trova la cantina Ettore Germano. La mia prima visita risale alla fine del primo lockdown del 2020 in qualità di primo visitatore in assoluto dopo la chiusura, una circostanza davvero inusuale. Il nome Ettore è quello del nonno di Sergio Germano, attuale titolare, appartenente alla quarta generazione di vignaioli. Tempi addietro quest’area era segnata da fame e povertà, e da un’agricoltura di sussistenza. Negli ultimi 40 anni le cose sono piuttosto cambiate, ma l’azienda ha mantenuto l’umiltà ed il rispetto verso le tradizioni contadine tipiche di quell’epoca passata.
Oggi la cantina coltiva in regime di sostenibiltà i propri vigneti nelle Langhe, ed alcuni appezzamenti più a Sud, nella zona comunemente conosciuta come Alta Langa. Sergio insiste che il vino si fa in vigna, dove lui stesso passa la maggior parte del tempo per sua vocazione. Il vigneto è diligentemente lavorato a mano, implementando tecniche di lotta integrata atte a ridurre al minimo gli interventi chimici. Anche la vendemmia si effettua rigorosamente a mano, nelle ripide colline che per loro conformazione impediscono di fare diversamente.
La stessa cura si riscontra anche in cantina, dove ogni sforzo è atto ad assicurare la miglior qualità del vino. Spumanti e vini bianchi vengono affinati principalmente in acciaio per preservarne la freschezza, con l’eccezione dell’autoctona Nascetta, affinata in anfora con breve macerazione. I rossi si formano in legni di dimensioni ed età differenti, ma con un approccio generalmente tradizionalista, Nebbiolo in grandi legni esausti, e Barbera in barrique/tonneau.
Come è semplice dedurre per una cantina sita a Serralunga, il Nebbiolo gioca un ruolo fondamentale. In questi suoli duri, calcarei, dal tipico colore bianco, cresce l’espressione forse più imponente ed austera del Barolo. La famiglia Germano ha il privilegio di poter vendemmiare uve provenienti da ben 4 Cru di Serralunga, prestigiosissimi appezzamenti, ciascuno con le proprie peculiarità: Cerretta, Lazzarito, Prapò e Vignarionda. Nomi altisonanti per chi conosce il mondo delle Langhe, che evocano ricordi di bottiglie immortali. Come è procedura standard al giorno d’oggi, a ciascuno di questi 4 vigneti corrispondono altrettanti vini, vinificati singolarmente ed etichettati con il proprio nome, in qualità di Menzione Geografica Aggiuntiva. Tra questi spicca il Lazzarito, prodotto solo come Riserva, da viti piantate negli anni ‘30, e dunque rilasciato un anno dopo agli altri. Questo è un Barolo megalitico, di grande struttura, con tannini possenti e profondità aromatica invidiabile...un vin de garde a tutti gli effetti. In aggiunta a questi quattro vini, troviamo anche un Barolo del Comune di Serralunga d’Alba, prodotto da un blend di uve da vigneti differenti, tutti però all’interno di questa municipalità
Tuttavia non di solo Barolo vive la cantina Germano. Tra i rossi è doveroso ricordare la Barbera d’Alba, prodotta in due versioni, una più semplice vinificata in acciaio, ed una più strutturata, elevata in botti di legno. Entrambe sono degli ottimi vini che racchiudono la tipicità di questo territorio per mezzo della sua uva più popolare, ma non per questo meno attraente.
Discostandosi un po’ da ciò che è tradizione tout court, si arriva ai vini bianchi: Chardonnay, Riesling e Nascetta, da vigneti siti a Cigliè, 30km a Sud di Serralunga. La Nascetta, l’unico autoctono, è il vitigno su cui Sergio ha sperimentato di più, applicando una macerazione sulle bucce a cui segue un affinamento in anfore di terracotta. Il risultato è un vino particolarmente sapido e fragrante, dotato di un corpo leggero e di una beva sinuosa. Ma il vero fiore tra i bianchi all’occhiello è Herzù, Riesling Renano in purezza nato dalla visione del vignaiolo, ispiratosi ai grandi bianchi tedeschi. Ad oggi Herzù è uno dei vini più interessanti nel panorama vinicolo piemontese, ed in generale tra i più promettenti Riesling d’Italia, anche e soprattutto in ottica invecchiamento (prezzo circa 20 euro).
Lo stacco con la tradizione però non finisce qui, poichè da qualche anno l’azienda produce anche vini spumanti metodo classico. Rosanna Rosè viene prodotto da uve Nebbiolo, una bollicina alternativa, dalla beva molto agile. Più tradizionale è l’Extra Brut di Alta Langa, uvaggio di Chardonnay e Pinot Noir affinato per 30 mesi sui lieviti. Dall’annata 2014 un terzo spumante è stato immesso sul commercio, un’Alta Langa Pas Dosè Riserva, Blanc de Noir atteso per ben 65 mesi. Bollicine che possono seriamente pensare di competere con le più solide realtà spumantistiche italiane, come sembra essersi recentemente accorta la stampa straniera, forse in anticipo anche rispetto a quella domestica.
La curiosità e la voglia di sperimentare di Sergio si fonde nel carattere immanente di questa terra, in una dimensione fluida, in cui a dettare le regole è la vigna. A casa Germano si trova un po’ di tutto, una moltitudine di generi uniti da un sincretismo super partes rispetto all’irrisolta questione langarola che oppone ancora modernisti e tradizionalisti.
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