Sommelier
A dar vita ad alcuni dei bianchi più straordinari d’Italia, sono due varietà legate da uno stretto grado di parentela, aventi un genitore in comune: il Pinot Nero. Sono varietà internazionali, ma ormai si sentono a loro agio in Italia, e nessuno ricorda quando si siano stabilite qui, nè esattamente da dove siano arrivate. Stiamo parlando di Pinot Bianco e Pinot Grigio. In particolare, due regioni hanno saputo ospitare al meglio queste varietà: Alto Adige e Friuli. Sebbene entrambe le regioni crescano sia l’uno che l’altro, ciascuna ha individuato il suo preferito.
Il Pinot Bianco veniva confuso in Italia con lo Chardonnay fino a pochi anni fa, per via di alcune analogie nella forma e nella sostanza. E’ un’uva che tende ad essere piuttosto produttiva, pertanto i risultati migliori si hanno laddove vengono garantite rese più basse, in climi più freddi e suoli più poveri, anche ad altitudini elevate. I migliori Pinot Bianco sono vini estremamente raffinati, dal bouquet molto ampio, che fa eco a note floreali ed esotiche, senza lasciare prendere il sopravvento a nessuna componente sulle altre. Sono vini spesso potenti, profondi, di grande intensità olfattiva, ma con una struttura verticale, supportata da acidità elevata. Si presta bene all’affinamento in legno, e poste le giuste condizioni il Pinot Bianco può dar vita a vini estremamente longevi. La sua natura più riservata non gli ha permesso di raggiungere l’immensa fama del fratello “Grigio”, ma sta piano piano affermandosi come l’uva bianca di maggior prestigio in Suedtirol.
Il Pinot Grigio è un’uva che è stata invece protagonista di un vero e proprio boom negli ultimi anni, in particolar modo nel Nord Italia: oggi vi sono circa 17.000 ettari piantati con questa varietà, e la domanda da tutto il mondo non accenna a calare. Innanzitutto bisogna pensare che questo non è un vitigno a bacca bianca, bensì dal colore ramato, come suggerisce appunto il nome. Essa predilige climi continentali, non disdegna la pianura, e poste le giuste condizioni, può produrre vini estremamente concentrati e strutturati, come succede ad esempio in Alsazia, dove trova una delle sue massime espressioni. Tradizionalmente in Italia viene prodotto in uno stile fresco e disimpegnato, di pronta beva, generalmente poco alcolico e dal gusto asciutto, anche se spesso neutro e poco impattante.
Alcuni produttori però producono un Pinot Grigio più importante e ricercato, che è quello che in fondo interessa a chi scrive (e spero anche a chi legge). Qui possiamo individuare due macrocategorie, con la macerazione sulle bucce a fare da discriminante. I Pinot Grigi ramati, dall’intrigante colore quasi rosato, esprimono un profilo sensoriale molto interessante, con note di frutta rossa fresca, e cenni floreali e speziati. Chi invece non fa macerazioni, ma insegue comunque un modello di vino importante, affina il vino in una proporzione di legni, più o meno piccoli e nuovi. La predispozione di quest’uva al legno fa si che con l’affinamento si innestino armoniose note cremose e tostate che vanno a completare il suo profilo naturalmente fruttato e floreale. Infine c’è chi decide di utilizzare solo l’acciaio per preservare l’esuberanza fruttata di quest’uva, pur non rinunciando alla concentrazione e all’intensità.
Quando parliamo dell’habitat ideale di queste due varietà, ci rendiamo conto che in realtà esse hanno delle abitudini molto diverse. Il Pinot Bianco, essendo un fan della montagna, trova la sua migliore interpretazione nelle vallate incastonate tra i ripidi pendii dell’Alto Adige, in suoli calcarei. Gli ampi sbalzi termici tra giorno e notte permettono di dar vita a vini di immensa ampiezza aromatica, ma che mantengono una struttura perfettamente verticale. Tra Bolzano e Merano si trovano alcuni degli esempi più rilevanti, senza dimenticare la Val Venosta e la Val d’Isarco. Il Pinot Grigio prolifera in Friuli, dove il clima è molto caldo in estate, stemperato dai venti di Bora che soffiano dalle Alpi. I vini più densi e muscolosi si ottengono nelle Grave e nella Vallata dell’Isonzo, su suoli ghiaiosi in pianura che riflettono il calore del giorno. Mentre nelle creste sinuose del Collio, sensibilmente più freddo, si ottengono dei vini più fragranti ed aromatici, seppur caratterizzati da buona incisività.
Andiamo a vedere nello specifico, una lista di 10 vini da provare da queste due regioni
Un viaggio verso i vigneti delle Langhe. Enobucolico racconta la passione, la tradizione e l'evoluzione dei vini Ettore Germano
Lis Neris, storia e degustazione dei vini: "Picol, Confini, Gris e Jurosa" presentati da Enobucolico
Ronco del Gnemiz è indiscutibilmente una delle cantine più interessanti in Friuli come i suoi vini chardonnay, Sauvignon e Friulano.
Enobucolico presenta gli 11 vini rosati da comprare nel mese di ottobre 2021. Scopri i vini rosati come: Nerello Mascalese, Lagrein, Negroamaro e Gaglioppo.