Di articoli sulla nascita dello Champagne è pieno il web ed Enosearcher non fa eccezione. Ogni testo, tuttavia, aggiunge un piccolo dettaglio alla visione d’insieme.
La storia dello Champagne è ancora molto dibattuta e la narrazione degli ultimi secoli è spesso controversa. La nascita, come ogni mito, deve avere un luogo e la nascita dello Champagne si narra che sia stata nell'Abbazia di Hautvillers, una delle più antiche abbazie benedettine di Francia. All’epoca, e parliamo di molti secoli fa, la chiesa trovava fondi per il sostentamento nella produzione di vino ed alcolici. L'abbazia è situata nella zona settentrionale della Francia, nella Valle della Marna, a circa 150 chilometri da Parigi e non lontano dalla città cattedrale di Reims, dove venivano incoronati i re di Francia
Fino al 1500 circa, i vini della Champagne erano ancora vini fermi, come un po’ ovunque e competevano in larga misura con i vini della Borgogna, con i quali avevano un vantaggio commerciale poiché era più facile il trasporto verso Parigi lungo il fiume Marna. Intorno al 1500 il clima in Champagne non era quello di oggi, le temperature medie erano molto più basse e questo portava con sé alcune complessità che furono anche la miccia scatenante di una serie di eventi.
Come dicevamo, all’epoca le temperature in Europa, ed in particolare in Champagne erano basse e si racconta che in tutta Europa si congelarono grandi specchi d'acqua, come il Tamigi e i canali di Venezia. Nella regione della Champagne, durante la vendemmia, la temperatura bassa fece sì che i lieviti con cui si creava la fermentazione (lievito indigeno, direttamente presente nelle bucce dell’uva) smisero di lavorare e la trasformazione di zucchero in alcool si fermò. Questo processo, come ogni appassionato di vino sa, è alla base della vinificazione. In quel periodo, tutte le bottiglie che furono riempite di vino erano delle vere e proprie bombe, poiché con l’arrivo della primavera e l’aumento della temperatura, i lieviti risvegliandosi avrebbero ripreso il loro lavoro e l’anidride carbonica prodotta avrebbe fatto esplodere le bottiglie. Alcune di queste però non sarebbero esplose ed avrebbero restituito un vino frizzante che in un certo senso si può considerare come l’antenato dello Champagne. Tuttavia, ricordiamo che all’epoca, un vino frizzante era considerato un vino difettato.
L'aristocrazia francese non apprezzava questa "frizzantezza" e la considerava un segno di cattiva vinificazione e questo non deve stupire, come è facileginare, all’epoca il vino era fermo e questa alterazione non era percepita bene. Il mercato dei vini fermi di Champagne crollò progressivamente e alla fine fu la Borgogna che la spuntò, infatti grazie alle temperature differenti, i vini di Borgogna erano meno soggetti alla rifermentazione in bottiglia.
I vini della Champagne avrebbero attraversato duecento anni di difficoltà prima che la Chiesa cattolica, che aveva un grande interesse nei vigneti della Champagne e stava subendo perdite di reddito, decidesse di affrontare il problema. Nel 1668, la Chiesa assegnò a un monaco benedettino di nome Dom Pierre Pérignon il compito di eliminare le bollicine dai loro vini e ritornare ai vini fermi, come quelli che i viticoltori della Champagne avevano prodotto in precedenza con grande successo. Dom Pierre Pérignon fu nominato nuovo maestro di cantina dell'Abbazia di Hautvillers e procedette a sviluppare diversi metodi empirici per ridurre (ma non impedire del tutto) le bollicine.
Il compito di Pierre Pérignon, quindi, era cercare di far sì che i vini restassero fermi, poiché questo era quello che i clienti si aspettavano
Nel frattempo, mentre Dom Pérignon lottava contro la rifermentazione in bottiglia dei vini dell'abbazia, i gusti cominciarono a cambiare. Il vino frizzante fu “preso meglio” dalle persone e divenne improvvisamente di moda nell'alta società francese e, anche in Inghilterra.
In realtà, sembra che i vini spumanti esistessero già in Inghilterra in qualche forma almeno due o tre decenni prima di essere prodotti nella Champagne. Nel dicembre del 166, molto prima che Pierre Pérignon entrasse nell’Abbazia di Hautvillers, un inglese di nome Christopher Merret presentò alla neonata Royal Society di Londra un documento sulla produzione di vino spumante. Merret aveva scoperto che la semplice aggiunta di zucchero ai vini fermi della Champagne li rendeva effervescenti e ne aumentava la gradazione alcolica, e lo affermò nel suo documento. A riguardo, precisiamo che i vini fermi di Champagne venivano commercializzati principalmente in botte di legno e l’imbottigliamento era a carico dei clienti. L’imbottigliamento direttamente nelle cantine di Champagne arrivò qualche anno dopo. Di conseguenza, in Inghilterra, molti nobili ordinavano vino fermo (non frizzante) in botte, aggiungevano una dose di zucchero e poi lo imbottigliavano.
In Francia, anche i membri della corte reale di Versailles sotto Luigi XIV iniziarono ad apprezzare le bollicine nel vino. Alla fine del XVII secolo, quindi, a Dom Pérignon fu ordinato di invertire i suoi sforzi e di escogitare metodi per aumentare le bollicine nel vino. Sebbene non sia stato Dom Pérignon a introdurre le bollicine in un vino fermo, ha continuato a sviluppare nuovi modi per aumentare le bollicine nel vino.
A Pierre Perignon si attribuiscono molte migliorie anche se alcuni di queste sono dei falsi miti. In particolare, sviluppò un efficiente tappo di sughero da utilizzare come tappo per le bottiglie al posto dei tipici tappi di legno e canapa. Questo stesso tappo ha prodotto alcuni effetti curiosi, come quello di far aumentare la pressione interna generata dall'anidride carbonica e farlo esplodere. Poiché all'epoca la tecnologia vetraria francese non era ancora molto sviluppata e quindi le bottiglie non erano in grado di resistere a pressioni interne così elevate, molte bottiglie di champagne in cantina o durante il trasporto.
Anche gli inglesi, a quanto pare, avevano un problema simile nel produrre vetro sufficientemente resistente per sopportare le alte pressioni interne dei loro vini spumanti. Tuttavia, all'inizio del XVII secolo, la tecnologia vetraria fece enormi progressi in Inghilterra grazie soprattutto a un ammiraglio di nome Sir Robert Mansell. Egli espresse le sue preoccupazioni al re Giacomo I e riuscì a convincere il re a proibire ai soffiatori di vetro di alimentare i loro forni con il legno. In seguito a questo decreto, vennero sviluppati nuovi forni a carbone, che erano in grado di raggiungere temperature così elevate da modificare la struttura interna del vetro in modo tale da poterlo utilizzare per produrre bottiglie più scure ma molto più resistenti, ideali per la conservazione dello champagne.
Dom Pérignon inventò e sviluppò anche l'arte dell'assemblaggio, che oggi rappresenta l'essenza della vinificazione in Champagne. L'assemblaggio consiste nel mescolare vini base diversi, provenienti da uve, vigneti e annate diverse, per creare un vino superiore a tutte le sue parti.
Nel 1715, Dom Pierre Pèrignon morì e qualche decennio dopo, il re Luigi XV riconobbe l'importanza che la vinificazione poteva avere come industria per la Francia e nel 1728 emanò un decreto che concedeva alla città di Reims il permesso esclusivo di commerciare lo champagne in bottiglia. Molte delle industrie della Champagne, spesso legate alla produzione di tessuti, iniziarono ad investire nella produzione di Champagne, acquistando le uve dai piccoli vigneron e producendo grandi quantità di bottiglie.
Nel 1729, Nicolas Ruinart fondò la prima casa di champagne registrata e nel 1743 Claude Moët fondò quella che sarebbe diventata la più grande casa di champagne oggi esistente, Moët & Chandon.
Inoltre, poiché i principi di base stabiliti da Dom Pérignon per la produzione di champagne e spumanti sono ancora oggi utilizzati in tutto il mondo, non deve sorprendere che una grande statua di Dom Pérignon adorni la sede centrale di Moët & Chandon. Nel 1936 l'azienda rese un omaggio ancora più grande a quest'uomo d'influenza lanciando un proprio marchio, Dom Pérignon.
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