Dal 1400 divenne di importanza comune tutelare il Chianti, vista la sua crescente importanza a livello enologico. Uno dei primi provvedimenti per la tutela di questo vino fu il divieto, imposto dalla Lega del Chianti nel 1444 di vendemmiare i giorni antecedenti al 29 settembre, festa di san Michele.
Successivamente furono stabilite, sempre per proteggere il Chianti, pene per la contraffazione del prodotto originale o per l'alterazione del sigillo.
Una ulteriore svolta si verificò nel 1716 quando il Granduca Cosimo III emise provvedimenti per controllare la produzione, la vendita e il nome del Chianti; si decretarono anche i confini dei vari territori e le sanzioni previste per il traffico in nero e la contraffazione.Il decreto regolatorio in questione, che prendeva il nome di Motu, stabiliva dunque regole e senzioni per il controllo sulla produzione di 3 vini regionali oltre al Chianti: Carmignanom, Pomino e Val d'Arno di Sopra.
Bisognerà aspettare sino alla seconda metà del Settecento per far sì che l'Accademia dei Georgofili inizi a sperimentare la miscelazione tra diversi tipi di vitigni individuandone le caratteristiche organolettiche precedentemente alla vinificazione.
Fu solo nel 1874 che si definì concretamente l'uvaggio del Chianti dal quale si sarebbe poi rifatto oltre un secolo dopo, il disciplinare del 1984. A quell'epoca il Chianti veniva composto da sangiovese per il 70% da Canaiolo, per il 15% da Trebbiano e Malvasia e per il restante 5% da ulteriori vitigni. Composizione che consentì al Chianti di aggiudicarsi la prima medaglia d'oro all'esposizione internazionale di Parigi.
Il Consorzio Vino Chianti si è costituito nel 1927 ad opera di un gruppo di viticoltori delle Province di Firenze, Siena, Arezzo e Pistoia. Nell'anno 1984, grazie all'ottimo lavoro dei produttori vitivinicoli ed all'attiva industria collaterale di settore, si crearono le condizioni affinchè il vino Chianti ottenesse il riconoscimento, come vino Chianti DOCG, con Decreto del Presidente della Repubblica del 2 luglio 1984.
Chianti DOCG e Chianti Classico DOCG.
Con il passare del tempo le zone dedite alla produzione del Chianti sono cresciute. Con il termine Chianti Classico DOCG ci si riferisce al Chianti prodotto nell'originale area di produzione chiamata, per l'appunto, "Chianti Classico" ad indicare la parte più centrale e storica della denominazione.
Il Chianti Classico è tutelato dal famoso consorzio del Chianti Classico.
L’area di produzione risiede nella parte centrale della regione Toscana, ed interessa in maniera parziale i territori collinari, nei pressi della catena degli Appennini, delle provincie di Arezzo, Pistoia, Firenze, Pisa, Prato e Siena.
Tutti i vini della denominazione Chianti DOCG presentano un bilanciato grado di acidità, il loro colore è rosso rubino vivace che tende al granato se invecchiato. Al naso gli aromi si presentano intensi, talvolta con profumo di mammola e con un più marcato carattere di finezza nella fase di invecchiamento. Al palato i sapori sono bilanciati, leggermente tannici e col tempo tendono al leggiadro vellutato. I vini che vengono sottoposti alla pratica del "governo all’uso Toscano" presentano un carattere deciso e rotondità.
Dentro il cuore del Chianti, alla ricerca dei migliori vini Toscani con Emanule Muzzo che ci delizia con un altro dei suoi articoli.
Vivito sarà la realtà che rappresenterà il Chianti a livello regionale potendo contare su oltre 1700 vitivinicoltori associati